Storia dalle Associazioni: Angeli sull’asfalto


Sicurezza stradale: Angeli sull’asfalto

La nostra consueta rubrica “Storia dalle Associazioni” oggi vede protagonista una realtà che si occupa di sicurezza sulle strade: Angeli sull’asfalto.

L’Associazione si occupa di sensibilizzare la popolazione tramite campagne sulla sicurezza stradale: è molto attiva in Italia e ha forti contatti in Europa, dove insieme ad altre associazioni promuovono questa battaglia presso il Parlamento Europeo.

“Tutti noi, colpiti al cuore per la perdita di un caro, abbiamo dimostrato coraggio, determinazione e altruismo nel metterci al servizio degli altri perché a nessuno debba succedere in futuro di piangere un caro inghiottito dalla strada per gioco, negligenza, distrazione, velocità o alterazione psico-fisica.”: queste le chiare parole della Presidente Lucilla Barbasini.

L’Associazione era presente a Roma nella marcia dello scorso 23 febbraio, assieme ad altre 200 associazioni, per promuovere la cultura della sicurezza stradale.

“Non si chiedono solo investimenti alle Istituzioni, noi chiediamo ancora una volta di collaborare, di lavorare gomito a gomito, programmando e progettando in sinergia tutte quelle azioni che volgano alla drastica riduzione degli incidenti stradali, non domani, ma oggi, subito!”

In quella sede l’Associazione ha rilasciato una nota per condividere il suo pensiero:

“Investimenti mirati che devono rendere senza ulteriore perdite di tempo, le nostre città a misura d’uomo mettendo in prima posizione l’incolumità delle persone; incentivare, migliorare e educare all’uso del trasporto pubblico per ridurre l’utilizzo dei mezzi privati; favorire ogni aspetto che permetta di migliorare la salute e il benessere degli utenti della strada nelle città e non; sostenere le attività di prevenzione coinvolgendo in modo sinergico famiglie, scuola e associazioni.
La presenza di migliaia di persone in corteo dal Colosseo a Piazza Venezia, dimostra che non è più pensabile che le vittime della strada, mediamente 3.400 all’anno in Italia, prima causa di morte tra i nostri giovani e giovanissimi, possano essere considerate un tributo alla società moderna, frenetica, disattenta ed indifferente.”.